Novena a San Giuseppe

noto per le grazie nel Santuario di San Giuseppe a Cracovia

Nelle diverse tribolazioni e vicissitudini della vita una grande consolazione è per noi l’intercessione dei santi. Questi infatti, avendo attraversato le stesse vicende della vita terrena e avendo sperimentato la nostra stessa miseria, hanno pietà di noi e ci sostengono in cielo con le loro preghiere tanto più efficacemente, quanto più si sono guadagnati grazie presso Dio. Dio vuole altresì che adoriamo coloro che Lui ha onorato in cielo e che chiama suoi amici. Per questo desidera che ricorriamo alla mediazione dei santi nelle nostre varie necessità. E per lo stesso motivo ascolta volentieri le richieste che loro portano per noi.

A San Giuseppe dobbiamo – dopo la Madre Santissima – la nostra speciale venerazione. Ha avuto infatti la più stretta relazione con il Salvatore, dopo la Vergine Santissima fu innalzato alla più alta dignità, diventando il Protettore e il Padre putativo di Gesù Bambino. Le sue virtù e la sua straordinaria santità di vita gli hanno ottenuto il Cuore di Gesù e una grazia speciale presso Dio.
La Santa Chiesa gli ha sempre reso maggior onore rispetto agli altri santi, incoraggiando i fedeli al suo culto. L’ha presentato come il più perfetto modello di vita cristiana, il più sicuro protettore in tutte le necessità, soprattutto come patrono della buona morte.

L’efficacia della protezione di San Giuseppe è dimostrata dall’incessante esperienza. I santi del Signore hanno confessato di aver ricevuto grazie speciali da Dio attraverso la sua intercessione. San Francesco di Sales ha espresso pubblicamente la sua gratitudine per la meravigliosa protezione di San Giuseppe su di lui, si definiva suo adoratore, servitore e sua proprietà. Santa Teresa d’Avila testimonia nei suoi scritti: «Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto attraverso di lui…». Testimonianze simili le hanno date e le danno ininterrottamente tutti coloro che, nelle proprie preoccupazioni e difficoltà, hanno cercato aiuto presso di lui.
Non c’è perciò da stupirsi che il culto a San Giuseppe aumenti e si diffonda sempre di più, e che la Santa Chiesa, imbattendosi nella sua attività in numerosi ostacoli e subendo in molti Paesi l’oppressione da parte dei nemici del Nome di Cristo, invochi incessantemente la protezione non solo di Maria, ma anche di San Giuseppe.

Come si recita la novena

Volendo recitare debitamente questa novena, bisogna scegliere nove giorni consecutivi, preferibilmente i nove giorni antecedenti la festa di San Giuseppe (10-18 marzo) e dedicarli a questo culto, osservando le seguenti indicazioni:
– affinché tu ottenga più facilmente grazie presso Dio attraverso l’intercessione di San Giuseppe, partecipa ogni giorno alla Santa Messa;
– il primo e l’ultimo giorno della novena, o perlomeno l’ultimo giorno, accostati al sacramento della confessione e alla Mensa del Signore; è glorioso ricevere la Santa Comunione ogni giorno;
– all’inizio della novena esprimi l’intenzione di recitarla in onore di questo Santo, affinché la sua intercessione presso Dio ti ottenga le grazie necessarie per la salvezza. Inoltre, puoi nominare uno speciale beneficio che desideri ottenere;
– leggi ed esamina attentamente le osservazioni inserite per ciascun giorno sulle virtù di San Giuseppe e stimola il tuo cuore ad imitarle;
– recita con devozione davanti all’immagine di San Giuseppe la preghiera corrispondente ad ogni meditazione, seguita dalla litania a San Giuseppe;
– realizza con zelo il proposito stabilito per ciascun giorno e nel corso della giornata ripeti spesso le giaculatorie.

Preghiera introduttiva a ciascuna meditazione

O Dio, fa’ che con la tua grazia io volga al servizio e alla gloria della Tua Divina Maestà tutti i pensieri, tutti i sentimenti del mio cuore, tutte le azioni della mia anima, e che da questa meditazione io tragga il frutto desiderato.

  1. Prega per noi, San Giuseppe.
    R. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Primo giorno
San Giuseppe modello di carità cristiana

In primo luogo, guarda all’umiltà di San Giuseppe, poiché l’umiltà – secondo l’insegnamento dei Padri della Chiesa –  è la prima virtù del cristiano. I Padri la considerano il fondamento e la radice di tutte le virtù, cosicché senza di essa nessuna virtù può sussistere. San Cipriano la chiama fondamento della santità, San Bernardo fondamento e custode di ogni virtù. Come il fiore vive del succo che esce dalla radice e da esso cresce, mentre staccato dalla radice appassisce, così ogni virtù – dice San Gregorio – se non dura unita alla radice dell’umiltà, secca e muore presto.

Ma in cosa consiste l’umiltà? Nel fatto che l’uomo riconosce la propria debolezza, impotenza e totale dipendenza da Dio, e di conseguenza valuta sé stesso e le sue azioni secondo il giusto valore. Perciò l’umile non si vanta di nulla, poiché sa che tutto ciò che di buono ha in sé discende da Dio, che lui stesso è venuto dal nulla; non si eleva sugli altri, poiché sente la sua miseria e la sua bassezza; ama l’umiliazione, poiché sa di meritarla giustamente; non si adira, non si rattrista di nulla, poiché sa che tutti gli eventi spiacevoli sono o un decreto o un’ammissione di Dio, suo Signore e Creatore. Pertanto, questa virtù è così gradita a Dio che nulla Gli può essere più gradito. Lui si è compiaciuto nell’umile sua Serva Maria, si è compiaciuto anche nell’umile servo Giuseppe, e poiché ama innalzare gli umili, dopo la Vergine Santissima ha innalzato anche lui al di sopra di ogni dignità umana.

L’umiltà di San Giuseppe si manifesta in tutta la sua vita. Su di essa, come sullo sfondo più bello, sono nate e si sono sviluppate tutte le sue virtù, di cui ha brillato in tutta pienezza. Discendeva dalla dinastia del re David, secondo le idee del mondo era destinato alla dignità e allo splendore. Dio ha previsto per lui la povertà, e lui ama questa povertà e non desidera essere innalzato.

Senza sapere nulla della dignità che doveva incontrarlo, sposò l’umile Vergine Maria. Ma quando apprese che gli impenetrabili decreti di Dio l’avevano destinata a Madre del Salvatore, fu pervaso da un sentimento di tale umiltà che si considerò indegno di abitare con Lei sotto lo stesso tetto. E quando divenne il protettore di Gesù, quando Gesù lo chiamava padre, questa dignità diminuì in lui l’umiltà? Al contrario, questa meravigliosa virtù crebbe in lui sotto l’influenza del meraviglioso esempio di umiltà dato dal Salvatore.

Pensa ora, com’è la tua umiltà? Tanto male è in te, tante inclinazioni malvagie, tante volte hai commesso un peccato grave attraverso il quale ti sei allontanato da Dio. Riconosci tutta la tua miseria? Se la riconoscessi, accetteresti volentieri l’umiliazione, non disprezzeresti il prossimo, non ti eleveresti sugli altri, non ti adireresti quando ti succede qualcosa di spiacevole. E tu come ti comporti? Spesso ti sopravvaluti, ti vanti dei doni che hai ricevuto da Dio, come se li avessi da te stesso. Raramente vedi qualcosa di buono nel prossimo, lodi e esalti le tue azioni, mentre biasimi le azioni del prossimo o le spieghi come cattive. Se qualcuno ti umilia, se biasima qualcosa in te, quanto ti arrabbi allora, quale rancore provi verso di lui.
Nasce in te un sentimento di vendetta, e se non puoi molestare il prossimo in nulla, allora perlomeno nutri e serbi rancore contro di lui.
Proponiti quindi da oggi di frenare gli impulsi dell’amor proprio e della superbia in te innata. Non sopravvalutare i tuoi pregi, ricordando che da te stesso sei più capace di peccato che di bene. Sopporta pacatamente per Dio ogni umiliazione e mortificazione, sapendo che le meriti giustamente per i tuoi peccati. Non disprezzare gli altri e non ti elevare su di loro.

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
San Giuseppe, ti supplico per il tuo cuore di padre, per l’amore che avevi per Gesù affidato alla tua protezione, per l’amore con cui Gesù ti ricambiava, abbi cura di santificare la mia anima. Sii la mia guida, sii il mio modello, sii il mio intercessore presso Dio. Ottienimi questa grazia, affinché io mantenga fedelmente il proposito che oggi intraprendo e cerchi di adempiere sempre alla tua virtù, che oggi ho esaminato, affinché attraverso l’imitazione della tua santa vita io raggiunga la felicità eterna in cielo. Amen.

Giaculatoria
San Giuseppe, disprezzato dagli uomini, ma grande agli occhi di Dio, ottienimi la vera umiltà.

Proposito
Oggi sopporterò con pazienza un’umiliazione, oppure renderò al prossimo un servizio verso cui il mio amor proprio prova ripugnanza. 

Secondo giorno
San Giuseppe modello di purezza angelica

Gesù, santità stessa e autore di ogni purezza, trova compiacimento unicamente nelle anime pure. Ha voluto che sua Madre fosse Vergine; la sua venuta doveva essere annunciata al mondo dal vergine annunziatore Giovanni Battista; uno dei suoi discepoli, risplendente della virtù della purezza verginale, fu ammesso ai misteri più speciali del suo Cuore; e così anche San Giuseppe, dovendo avvolgerlo della protezione paterna, doveva distinguersi in questa virtù, e unire al giglio della verginità i fiori di tutte le altre virtù.

In effetti, sin da bambino si era distinto per questa virtù angelica. Maria, Vergine Immacolata e Purissima, l’aveva scelto come custode della sua verginità e tale circostanza dà la più bella testimonianza della virtù di San Giuseppe. Maria, che attraverso la sua Immacolata Concezione risplendeva più del sole, e che da bambina aveva offerto a Dio la sua purezza con un voto eterno, Lei, che poneva questa celeste virtù al di sopra della dignità di Madre di Dio, non poteva acconsentire ad accogliere San Giuseppe come suo sposo e abitare insieme a lui in altro modo, se non illuminata dalla luce celeste sulla sua immacolata purezza.

Quanto doveva essere puro il cuore di San Giuseppe, al quale così spesso si stringeva il Santissimo Cuore di Gesù, quel cuore che stringeva a sé la Santità stessa, Dio Incarnato. E se la purezza verginale di San Giuseppe era illustre ancor prima che i vincoli sacri lo unissero a Gesù e Maria, quanto meravigliosamente doveva crescere in lui questa virtù sotto l’influenza della continua frequentazione con queste Santissime Persone.

San Giuseppe è amante della purezza. Se dunque vuoi meritare la sua speciale protezione, e ancor di più il compiacimento e la grazia presso Dio, cerca con tutte le forze e secondo le tue possibilità di ottenere questa angelica virtù. È un vero e inestimabile tesoro dell’anima, ma un tesoro nascosto in un corpo debole – uno strumento molto fragile. La minima disattenzione ti può causare la perdita di questo tesoro. Veglia su di te, veglia con grande diligenza, veglia su tutti i turbamenti e i sentimenti del tuo cuore, veglia sui desideri, veglia sulla tua immaginazione.

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
San Giuseppe, amante immacolato della Regina delle Vergini, modello meraviglioso e custode tenero delle anime pure, sii custode della mia purezza. Fa’ che, seguendo le tue orme e quelle della tua Sposa Immacolata, io ami sinceramente questa virtù angelica e la preservi impeccabile in mezzo a tutte le tentazioni del mondo. E poiché così tanti pericoli la minacciano, fa’ che con la tua meravigliosa protezione io riesca ad evitarli e conduca una vita così pura ché Dio possa sempre guardare a me con compiacimento. Amen.

Giaculatoria
Crea in me un cuore puro, o Signore!

Proposito
Oggi negherò al corpo un piacere, e per il futuro deciderò di fuggire tutto quello che minaccia la virtù della purezza.

Terzo giorno
San Giuseppe modello di pazienza nella povertà e patrono dei poveri

San Giuseppe è rimasto per tutta la vita nella massima povertà e attraverso la povertà ci ha dato l’esempio di come dobbiamo comportarci nell’indigenza e nelle necessità della nostra vita.
In questo mondo ci sono diverse miserie, ma la maggior parte delle persone si lamenta della povertà. In effetti, quanti poveri vediamo che, lavorando duramente col sudore della fronte, riescono a malapena a tirare avanti. Quanti padri e madri di famiglia che, preoccupati per i propri poveri figli, nella grave necessità piangono e si lamentano, e spesso nell’immensa disperazione si ritengono i più infelici.

Ma la povertà è davvero una sventura così grande? Se così fosse, probabilmente Dio avrebbe ricoperto di ricchezze i suoi servi fedeli, perlomeno non avrebbe lasciato nella povertà Giuseppe e Maria, persone santissime, di cui così tanto si compiaceva e che amava di un amore specialissimo. Eppure, guarda alla Sacra Famiglia. Entra nella bottega di Giuseppe e vedi come quel povero carpentiere, pur discendendo da una stirpe regale, fatica e pena, col sudore della fronte lavora per soddisfare i bisogni essenziali della vita. Guarda come a Betlemme – ovunque respinto – cerca invano un modesto asilo. Guarda la misera stalla in cui deve cercare rifugio per Maria e Gesù Bambino. Osserva la miseria e i disagi della Sacra Famiglia, ai quali San Giuseppe non sempre poteva rimediare. Va’ con lui in Egitto e rifletti su quanto triste sia la sua condizione in un Paese straniero, senza aiuto, senza conoscenti, senza i normali mezzi per vivere.
Vedendo tutto questo, ti lamenterai ancora della tua povertà? Dirai ancora che Dio è ingiusto, che ti lascia nella povertà? Sei forse tu migliore di San Giuseppe, che era per Dio il servo graditissimo? Dirai ancora che Dio non si cura di te, che ti ha dimenticato? Ma Dio si comporta diversamente con San Giuseppe, al quale ha affidato i tesori più preziosi del cielo? Ti riterrai ancora il più infelice, perché nella tua vita sperimenti un po’ di indigenza?
Se sì, significa che non conosci affatto il valore della tua povertà. La tua povertà non è affatto una sventura, ma il miglior strumento di salvezza, datoti da Dio. Dio sa quello che fa. Lui è il Padre migliore, che desidera la tua felicità e sceglie per essa i mezzi opportuni.
Vuoi sapere perché ti colpisce con la povertà o con un’altra sofferenza? Dunque, in primo luogo vuole darti la possibilità di espiare i tuoi vecchi peccati, e in secondo luogo l’occasione di raccogliere servigi per l’eternità. Vuole mettere alla prova la tua virtù, e infine vuole strappare il tuo cuore dalla terra, e innalzarlo al cielo. Poiché se avessi l’agiatezza e tutto andasse secondo i tuoi pensieri, ti attaccheresti troppo alla terra e ti dimenticheresti del cielo, mentre invece la terra è solo il luogo della prova e del pellegrinaggio verso l’eternità.

San Giuseppe non si è mai lamentato della sua povertà, non si è perso d’animo, non si è rattristato eccessivamente. In verità, gli doleva il cuore guardando la grande indigenza delle persone a lui più care, Gesù e Maria, alla quale non poteva rimediare, ma sopportava con pacatezza, poiché sapeva che quella era la volontà di Dio, che per Dio e per il cielo doveva sopportare e patire tutto.
E tu non disperare nella povertà, non ti lamentare, non ti rattristare eccessivamente, ma ricordati dei tesori eterni che Dio sta preparando per te in cielo. Sopporta con pazienza tutte le vicissitudini del destino, poiché questa è la volontà di Dio, che attraverso le preoccupazioni della vita tu ottenga la felicità celeste. La grazia di Dio è l’unico tesoro dell’anima. Anche se per tutta la vita tu sperimentassi la più grande miseria, se hai Dio nel cuore e dimori nella sua grazia fino alla fine, sei l’uomo più felice.

San Giuseppe è vil Patrono speciale dei poveri. Giacché nella vita ha sperimentato una grande povertà, adesso in cielo ha pietà della nostra miseria. E quanto sia efficace la sua protezione nelle nostre afflizioni terrene, lo testimonia meglio l’esperienza di tanti anni. Ricorri quindi a lui nelle necessità e difficoltà gravi, e la sua protezione non ti deluderà mai.
Al contempo, proponiti oggi di non legare mai il cuore ai beni di questo mondo, ricordando le parole del Salvatore: «Cercate prima il regno di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta». Diventa povero in spirito, poiché tale povertà è la vera ricchezza secondo le parole del Maestro di Dio: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli».

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
O Giuseppe, benedetto Nutritore del mio Salvatore, alla tua protezione affido il corpo e l’anima mia. Difendimi, sostienimi e salvami in tutte le mie necessità e al contempo con la tua efficace intercessione presso Dio fa’ che tra le avversità della vita io non perda mai la grazia di Dio, il tesoro più prezioso della mia anima, ma che perda tutti i beni terreni piuttosto che Dio e l’eterna felicità celeste. Amen.

Giaculatoria
San Giuseppe, degnati di sostenermi in tutte le mie necessità!

Proposito
Oggi cercherò di confortare un povero, secondo la mia possibilità, con una buona parola o un’elemosina.

Quarto giorno
San Giuseppe modello di sottomissione alla volontà di Dio e di perfetta ubbidienza

L’uomo è per sua natura obbligato a compiere in tutto la volontà di Dio, giacché per questo è creato da Dio. Facciamo conoscenza di ciò già attraverso la luce della nostra ragione, mentre Dio ci ricorda ancor più chiaramente questo nostro obbligo naturale quando dice: «Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome». Servire non significa nient’altro che realizzare la volontà del proprio padrone. Pertanto, anche la volontà di Dio è l’unico stimolo delle nostre buone azioni e di tutta la perfezione cristiana. Quanto più fedelmente l’uomo realizza la volontà del Signore, quanto più accuratamente conforma ad essa tutte le proprie azioni, tanto più è santo e gradito a Dio.

San Giuseppe per tutta la vita si è distinto per la perfettissima ubbidienza alla volontà di Dio, indipendentemente dal modo in cui essa gli venisse rivelata. Il vangelo gli dà il titolo onorifico di sposo giusto, poiché fin dagli anni giovanili è vissuto in grande timore di Dio e ha rispettato il più fedelmente e scrupolosamente possibile tutte le norme della legge di Dio e dell’uomo. Tre volte l’anno si recava a Gerusalemme per celebrarvi le feste più importanti, com’era prescritto dalla Legge, allo stesso modo osservava tutte le altre norme della Legge. Era ubbidiente – senza protestare – persino al re pagano, sapendo che ogni re discende da Dio. Eseguiva volontariamente gli ordini degli Angeli, fosse pure gli comandassero qualcosa di molto difficile e spiacevole, come recarsi in Egitto, Paese straniero e ostile. Gli bastava vedere un piccolissimo segno della volontà di Dio per eseguire senza il minimo indugio ciò che gli veniva comandato. «Così fa – dice San Bernardo – chiunque sull’esempio di San Giuseppe è veramente obbediente. Non conosce dilazioni, ha in orrore il domani; ignora i ritardi; previene il comando; tiene gli occhi attenti, le orecchie tese, la lingua pronta a parlare, le mani disposte a operare, i piedi svelti a slanciarsi; è tutto raccolto per cogliere subito la volontà di colui che comanda».

San Giuseppe eseguiva gli ordini senza la minima opposizione, senza scuse, senza protestare, senza alcun riguardo per la difficoltà, senza riguardo per il dispiacere, fosse pure il più pungente, senza alcun riguardo per il pericolo, fosse pure evidente. Non badava a nulla pur di compiere la volontà di Dio, poiché non vedeva nulla di più sacro, gradito, prezioso al di sopra di essa, al punto che avrebbe preferito morire piuttosto che opporsi in qualcosa ad essa.
Quant’è importante per te questo oggetto di riflessione! Pensa un po’, sei sempre incline a compiere la volontà di Dio? Dio ti rivela la sua volontà attraverso i comandamenti. E tu come li osservi? Ricordati quante volte volontariamente e con piena coscienza hai trasgredito i comandamenti di Dio, spesso persino in una cosa grave. Hai allora resistito a Dio, ti sei opposto alla sua volontà, anche se non con le parole, con l’azione hai detto: «Non farò quello che vuole Dio, preferisco soddisfare la mia passione; so che questo offende Dio, ma mi è più cara la mia volontà». Hai in certo qual modo sollevato una protesta contro Dio, perché ogni peccato, soprattutto se si tratta di un peccato mortale, è una disobbedienza verso Dio. Forse hai già riparato questo errore attraverso la confessione, forse Dio te l’ha già perdonato, ma oggi pensa a cosa devi proporti, a come metterti al sicuro per il futuro.

Dio ti rivela la sua volontà anche attraverso gli anziani. Non ti manda degli angeli, come a San Giuseppe, ma ti dà dei superiori che ti dicono cosa dovresti fare, e Dio ti comanda di ascoltarli come se fosse direttamente Lui a comandarti di fare qualcosa. Puoi non ascoltarli solo se l’azione che ti comandano è un evidente peccato. In qualsiasi altro caso gli ordini degli anziani sono gli ordini di Dio stesso, quindi se ti opponi ad essi, ti opponi a Dio stesso. E com’è la tua obbedienza verso di loro? Compi la loro volontà? La compi forse esteriormente, per l’apparenza, per un certo riguardo umano; ma la tua volontà accoglie volentieri i loro ordini? Forse protesti contro gli anziani, forse in cuor tuo provi avversione o rabbia verso di loro, forse di nascosto biasimi i loro ordini… In tal caso non si tratta di vera obbedienza a Dio.
L’obbedienza cristiana è una vera offerta, e l’offerta più gradita a Dio, perché resa a Lui di propria volontà, ossia di ciò che ci è più caro. Ma proprio per questo dovrebbe essere vera, non apparente, dovrebbe essere volontaria, e non forzata. Dovrebbe essere ragionevole, ossia compiuta per riguardo a Dio e basata sulla fede e la forte convinzione che se un anziano ordina, è lo stesso Dio che ordina. Solo tale obbedienza ti cattiverà veri favori e abbondanti doni del cielo, e al contempo anche la protezione di San Giuseppe.

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
San Giuseppe, degnati di far sì che con la tua protezione io ben conosca la necessità e i frutti giovevoli dell’obbedienza incondizionata, di cui mi dai tanti e così belli esempi. Non lasciare che io continui ad essere schiavo della mia volontà, che mi conduce alla perdizione. Attraverso la tua intercessione e quella della tua Sposa mi propongo fortemente di adoperare ogni potere della mia anima per acquisire la perfetta obbedienza, affinché attraverso di essa io vinca tutte le cattive inclinazioni della mia anima e raggiunga in sicurezza il cielo. Amen.

Giaculatoria
Parla, Signore, perché il Tuo servo ascolta. Voglio fare tutto quello che mi ordinerai.

Proposito
Farò l’esame di coscienza, in cosa trasgredisco più spesso all’obbedienza, per riparare in futuro a questo errore.

Quinto giorno
San Giuseppe modello di sincera devozione nelle faccende quotidiane

La devozione è un sincero abbandonarsi a Dio ed una costante aspirazione a piacere a Lui in tutte le faccende. Non consiste nel recitare a lungo le preghiere o nell’andare spesso in chiesa, sebbene anche ciò costituisca il suo frutto naturale. La sua essenza sta nel dirigere costantemente l’anima a Dio, il che fa sì che l’uomo cerchi Dio in tutte le faccende, persino le più piccole, che faccia quello che Dio vuole, e lo faccia nei tempi e nei modi voluti da Dio.
Non c’è bisogno di azioni straordinarie, né di atti d’amore eroici. Bastano le comuni faccende quotidiane, che l’uomo dedica a Dio con umiltà e amore attraverso la buona intenzione, e in tal modo Gli rende veramente onore.

San Giuseppe non faceva cose straordinarie, non operava miracoli, non brillava per l’insegnamento verso il mondo, non faceva nulla di tutto quello che di solito ottiene all’uomo grande fama. Ma tutto quello che Dio gli chiedeva, lo eseguiva con ardentissimo amore, con costante fedeltà, con tutta la dedizione di cui era capace, sempre pronto a rendere in offerta a Dio tutto ciò che aveva di più caro.
Era un semplice carpentiere, ma sapendo che Dio lo aveva posto in quella condizione, eseguiva fedelmente e accuratamente tutti i doveri ad essa legati. Non cercava di essere innalzato, non inseguiva un modo di vivere superiore agli occhi del mondo. Amando Dio con tutto il cuore si rallegrava di poterlo servire nell’umiltà e nell’umiliazione. Si compiaceva della sua bassa condizione e cercava soltanto di piacere a Dio con il proprio lavoro e di compiere la sua santa volontà. Quant’è grande Giuseppe nel suo riparo, conducendo nella sua modesta bottega una vita umile! Che grande onore aveva ottenuto per quel modesto lavoro intrapreso con amore ardente! Ecco che si è meritato la sublime grazia di diventare il protettore di Gesù, e che il Re del cielo e della terra lo aiutasse nel lavoro e ascoltasse i suoi ordini.

Allo stesso modo anche le nostre faccende quotidiane, se le eseguiamo debitamente e con perseveranza per amore verso Dio, ci fanno conquistare grandi grazie presso di Lui. In ogni condizione e in ogni situazione si può diventare graditi a Dio attraverso il fedele adempimento dei propri doveri. La vita semplice, tranquilla, dedita al lavoro coscienzioso, dovrebbe esserci molto cara, perché ci preserva dalla superbia. La vita modesta ci dispone meglio alla sincera devozione, del resto tutta la nostra perfezione consiste nel fare tutto quello che facciamo, persino i più piccoli servigi, debitamente e coscientemente, secondo la volontà di Dio e per amore sincero verso di Lui. «A nulla giova un’azione esterna compiuta senza amore» – dice Tommaso da Kempis. Infatti, ciò che viene dall’amore, fosse pure la cosa di minor conto, porta frutto abbondante. Felice chi sull’esempio di San Giuseppe fa tutto con Dio e per Dio, secondo le parole dell’Apostolo: «Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che come ricompensa riceverete dal Signore l’eredità».

Quindi, rifletti oggi su te stesso, in che modo ti dedichi alle normali attività della tua condizione? Chiediti, non trascuri i tuoi doveri? Ti dedichi ad essi con passione, rispettando in essi la volontà di Dio? Per quali stimoli cominci a lavorare: per amore di Dio, per vanità, per ragioni umane o per qualsiasi altro impulso mondano? Quando ti desti dal sonno, innalzi la mente e il cuore a Dio? Nella preghiera del mattino offri a Dio tutte le attività della giornata? Durante il giorno stimoli spesso la buona intenzione, che dovresti avere, di fare tutto per Dio? Se lo farai, raccoglierai ogni giorno un infinito tesoro di servigi, trascorrerai la giornata con vero conforto nel cuore, e Dio, che non guarda alla grandezza delle nostre azioni, ma alla nostra buona volontà, accetterà tutte le tue azioni, anche le più piccole, compiute per amore, come un sacrificio gradito a Lui e ti renderà per esse una ricca ricompensa.

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
San Giuseppe, ammaestrato e incoraggiato dal tuo esempio, desidero svolgere d’ora in poi tutte le mie faccende e tutti i miei doveri per Dio e conformemente alla sua santissima volontà. Tuttavia, poiché sono soggetto a tante debolezze e così facilmente lascio che i vari impulsi terreni e le istigazioni del mondo accedano al mio cuore, ti prego, mio caro Protettore, rafforza la mia volontà, affinché non abbia mai a scostarmi dalla strada indicatami da Dio.

Giaculatoria
Insegnami, o Dio, a compiere in tutto la Tua volontà!

Proposito
Cercherò di svolgere tutte le mie faccende scrupolosamente e con la debita intenzione.

Sesto giorno
San Giuseppe modello di raccoglimento nella vita ritirata

La vita ritirata appare insopportabile agli uomini del mondo. Infatti, questi non conoscono le dolci consolazioni spirituali di cui Dio riempie il cuore dei suoi servi fedeli, che Lo cercano sinceramente. Ma le anime devote, una volta assaporata questa dolcezza celeste, la pongono al di sopra di tutte le consolazioni e fascinazioni con cui il mondo illude i suoi seguaci.

San Giuseppe ha trascorso tutta la vita nell’isolamento dal mondo e in questo isolamento si sentiva felicissimo. Per decreto della Divina Provvidenza Gesù è nato povero ed ha vissuto nell’anonimato fino a quando ha intrapreso l’attività di Maestro. Similmente anche Giuseppe ha scelto per sé una vita tranquilla nel nascondimento, in cui trovava uno speciale compiacimento, amava il lavoro di artigiano e, secondo le possibilità, cercava di restare sconosciuto al mondo, per vivere solo per Dio.
La preghiera e la meditazione erano il nutrimento della sua anima, persino durante il lavoro continuava a pensare a Dio e si accendeva di un amore sempre più ardente verso di Lui, e questo devoto raccoglimento dello spirito gli ha portato frutti giovevoli. Ha custodito i più preziosi tesori di grazia deposti nella sua anima, li ha moltiplicati ininterrottamente, ha illuminato la sua mente e lo ha reso tenero e obbediente a tutte le ispirazioni di Dio. Con così grande compiacimento Dio ha guardato al cuore puro di Giuseppe nel suo modesto riparo, a quel cuore in cui – come in un giardino chiuso – crescevano rigogliosamente i meravigliosi fiori di tutte le virtù.

Anche tu progrediresti rapidamente nella virtù, se nel chiasso e nel frastuono di questo mondo non disperdessi i preziosi doni della grazia. Se almeno evitassi quelle questioni, quei divertimenti e quelle compagnie che possono condurti all’indifferenza verso Dio. Se vuoi procedere nella strada della perfezione e rinforzarti nel timore e nell’amore di Dio, devi necessariamente essere amante della pace e del raccoglimento dello spirito. Nel frastuono dei divertimenti del mondo troverai tutto ciò che ti può esporre alla perdita della grazia di Dio, ma niente di tutto ciò che ti condurrebbe al bene. «Quante volte sono andato tra la gente – diceva un servo di Dio – tante volte sono tornato più piccolo». Invece, nella solitudine e nel riparo domestico il cuore dà facilmente accesso alle devote ispirazioni della grazia e anche Dio le concede all’uomo più facilmente. In verità, i  doveri di una vita attiva esigono la frequentazione con la gente e ci buttano spesso nel vortice delle faccende terrene, ma l’uomo veramente devoto troverà sempre un momento opportuno, che dedicherà al raccoglimento dello spirito o alla preghiera. E tu imita, secondo le tue possibilità, San Giuseppe e cerca di ottenere il così giovevole raccoglimento dello spirito. Non ti intromettere nelle faccende altrui, a meno che non lo esiga l’amore, e non inseguire le vanità del mondo. Seguendo il consiglio di Tommaso da Kempis, e ancor di più l’insegnamento della sapienza di Dio, lascia le vanità ai vanitosi, mentre tu pensa accuratamente a ciò che ti ha comandato Dio. Soprattutto, guardati con perseveranza da ogni compagnia che potrebbe darti l’occasione di compiere il male. Anche se sei tra i buoni, ti è spesso difficile dominarti, e cosa accadrà se frequenterai i cattivi! In tal caso, senza una grazia speciale, ti sarà molto difficile evitare il peccato. E come potresti contare sull’aiuto speciale di Dio, se tu stesso ti butti senza necessità nel pericolo? Chi ama il pericolo, in esso morirà. Abbi sempre in memoria queste parole di Tommaso da Kempis: «Dovunque tu sia e dovunque ti volga, sei sempre misera cosa; a meno che tu non ti volga tutto a Dio». Prendi a cuore queste parole e sull’esempio di San Giuseppe cerca di vivere in un raccoglimento maggiore rispetto a questo momento.

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
San Giuseppe, la tua vita era ritirata con Gesù in Dio. Quanto più guardo al tuo esempio, tanto più sento il bisogno di raccogliere il mio spirito nella preghiera e nella frequente meditazione delle verità che riguardano Dio e la mia salvezza. Gesù, Maria, San Giuseppe, che d’ora in poi il mio orgoglio e la mia felicità si nascondano all’ombra della Vostra meravigliosa protezione, affinché – custodendo scrupolosamente i doni della grazia di Dio che mi sono stati concessi – io possa un giorno guardare a Voi nella chiarezza e nella gloria celeste, e rallegrarmi con Voi per tutti i secoli. Amen.

Giaculatoria
Quanto più gli uomini si dimenticheranno di me, tanto più si curerà di me il Cuore di Gesù.

Proposito
Trascorrerò la giornata di oggi nel massimo raccoglimento dello spirito.

Settimo giorno
San Giuseppe modello di irremovibile fiducia nella Divina Provvidenza

Nelle diverse avversità della vita nulla conforta di più l’uomo della fede nella Divina Provvidenza, ossia in quella premurosa protezione paterna che Dio estende su tutti gli uomini. Dio ci ha creati per la felicità eterna e desidera condurre ciascuno al cielo. Ci concede anche tutte le grazie necessarie per stimolare la nostra volontà al bene, affinché essa non faccia difficoltà nel cammino verso il raggiungimento di questo scopo. Accanto agli altri mezzi spesso permette per noi diverse preoccupazioni e avversità, poiché sa che esse possono efficacemente giovarci alla salvezza.
Ma la Divina Provvidenza ha cura anche del nostro successo terreno e se esso non si oppone al massimo bene, ossia alla salvezza eterna, ci elargisce anche doni terreni, esigendo da noi solo il loro debito utilizzo. Del resto, il Salvatore dice chiaramente: «Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? […] Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».

Grande è per noi la consolazione, quando sappiamo che abbiamo in Dio il miglior Padre, che si preoccupa del nostro bene più efficacemente di quanto noi stessi riusciamo a fare. Noi non sempre sappiamo cosa ci giova al bene, ma Dio sa tutto meglio di noi e desidera sinceramente il nostro bene. Per cui, dovremmo abbandonarci completamente alla Divina Provvidenza. Non solo è nostro dovere, ma è anche il miglior mezzo per ottenere una grazia più abbondante presso Dio. Giacché Dio, vedendo che non confidiamo in noi stessi, ma affidiamo il nostro destino alla sua protezione, si sente in qualche modo obbligato a non lasciare che la nostra fiducia resti delusa.
San Giuseppe è per noi il più bel modello anche in questo. Basta citare un caratteristico particolare della sua vita virtuosa. Ebbene, gli apparve in sogno un angelo ordinandogli in nome di Dio di lasciare al più presto la terra natale con Gesù e Maria, di recarsi in Egitto e di restare lì fino al prossimo ordine.

Un simile ordine avrebbe colpito come un fulmine il cuore di chiunque non avesse posto tutta la sua fiducia in Dio. Quante difficoltà e pericoli! Bisognava fuggire immediatamente, senza alcun preparativo, bisognava esporre il Santo Bambino e sua madre a fatiche e disagi, bisognava lasciare il proprio Paese e partire in viaggio per una terra straniera, lontana, senza mezzi per vivere, senza indicazione di strada; presso un popolo di un’altra lingua, di altri usi e costumi, presso pagani che odiavano il popolo ebreo, senza nessuna prospettiva di sostentamento, prevedendo la più rigida miseria, le disperazioni più profonde. Ma Giuseppe abbandona ogni preoccupazione, ogni ragionamento umano. Riponendo tutta la fiducia in Dio non bada alle difficoltà e ai pericoli, non esita, non sospende neanche per un attimo l’esecuzione dell’ordine. Non domanda all’angelo dei mezzi per il viaggio, di come vivere in Egitto, né della durata del soggiorno. Lascia tutto a Dio. È facile immaginare cosa dovette soffrire, attraversando con il Bambino e sua Madre vasti deserti, regioni selvagge e sconosciute, quanto dovesse essere stata pesante la vita in Egitto. Ciononostante, non fu deluso nella fiducia. Dio lo colmò della sua protezione, lo protesse da tutti i pericoli, salvò Gesù dalle mani del crudele Erode, volse in bene tutte le avversità, e dopo la morte del tiranno lo ricondusse di nuovo insieme alla Sacra Famiglia a Nazaret.

Dio, dandoti come esempio San Giuseppe, vuole stimolarti ad una fiducia altrettanto grande nella sua Provvidenza. Ricorda che Lui dirige i tuoi destini, che senza la sua volontà o ammissione nulla accade, che è il Padre benevolentissimo che desidera la tua felicità.
Cosa giusta è perciò che in tutte le vicende della vita tu ti rimetta completamente alla sua santa volontà e conti sempre sulla sua protezione e sul suo aiuto, cercando soltanto di non opporti mai alle sue sante disposizioni. Rifletti, in cosa fino a questo momento sei mancato e in cosa devi correggerti.

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
Fedele servo di Dio, San Giuseppe, modello di affidamento alla Divina Provvidenza, quanto sono lontani i miei sentimenti da quelli che hanno diretto il tuo cuore. Ogni giorno invoco Dio, Lo chiamo Padre, dico che confido in Lui, tuttavia tenue è la mia speranza. La minima avversità mi preoccupa e spaventa. Mio carissimo Protettore, ottienimi il totale affidamento ai decreti della Divina Provvidenza ed una fiducia irremovibile, che mi sostenga in mezzo alle diverse avversità della vita, mi riempia di consolazione e mi conduca alla felicità della vita eterna. Amen.

Giaculatoria
Dio mi conduce, non manco di nulla.

Proposito
Alla Divina Provvidenza affiderò le necessità mie e dei miei cari.

Ottavo giorno
San Giuseppe modello di ardentissimo amore verso Gesù

San Giuseppe amava Gesù di un amore ardentissimo, e questo amore lo attingeva dalla stessa fonte – il Santissimo Cuore di Gesù. E come avrebbe potuto essere altrimenti, dal momento che aveva la fortuna di portare in braccio il Santo Bambino, di stringerlo al suo cuore, dal momento che fissava ininterrottamente lo sguardo su quel perfettissimo modello di ogni santità, ammirava ininterrottamente l’infinita bontà e l’amore del Salvatore verso gli uomini, era in possesso di Gesù, che diceva: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!». Il cuore di Giuseppe avrebbe dunque potuto non accendersi del fuoco dell’amore, essendo così vicino al Cuore di Gesù, ardente di amore purissimo?
La stessa dignità di Protettore di Gesù, di cui era stato onorato per sua speciale grazia, rafforzava in lui l’amore verso di Lui in modo speciale, poiché non solo vedeva in questa scelta immeritata l’amore speciale di Gesù per sé, quindi desiderava con tutte le forze ricambiare, ma vivendo continuamente con Lui, aveva l’opportunità di conoscere più da vicino e più perfettamente tutte le sue Divine qualità.

Nessun amore terreno può essere paragonato all’amore che aveva per Gesù, affidato alla sua protezione. Questo suo amore non aveva nessun confine, così come non aveva confine l’infinita bontà che vedeva in Gesù. Per questo viveva soltanto per Lui, sempre pronto a compiere per Lui ogni possibile servigio.
E com’è il tuo amore per Gesù? Fin da bambino sei cosparso dei generosi doni del suo amore. Prima ancora che iniziassi a vivere, eri già redento con il suo Santissimo Sangue. Nel santo battesimo sono scorse su di te le sorgenti delle grazie celesti che Gesù ti ha ottenuto con la sua morte. Quante volte Gesù ti ha perdonato colpe peccaminose!… Quante volte ti ha nutrito nella Santa Comunione con il suo Santissimo Corpo, entrando nel tuo cuore per unirsi a te il più strettamente possibile, per confortarti, rafforzarti nel bene e stimolarti all’amore delle cose celesti. E tu come hai risposto all’amore di Gesù? Rifletti, quanto spesso sei stato indifferente al tuo benevolentissimo Salvatore, quanto spesso hai trasferito al di sopra di Lui i piaceri di questo mondo.

San Giuseppe stimava Gesù sopra ogni cosa che in questo mondo poteva rallegrarlo. Perdere Gesù era per il suo cuore una sofferenza più dura di tutte le altre sofferenze. Quando perdette Gesù nel tempio e per tre giorni insieme a Maria Lo cercò, era inconsolabile nel dolore e nel grande strazio, sebbene non fosse colpa sua. Tu invece, per colpa tua e per tua propria volontà attraverso il peccato, hai perso spesso Gesù, lo hai in certo qual modo espulso dal tuo cuore. Quanto sei stato freddo e ingrato! Rifletti, cosa devi fare per il futuro e come devi evitare il peccato. Il fuoco non può essere senza fiamma. E la fiamma dell’amore verso Gesù è lo zelo per la sua gloria. Non puoi dare testimonianza di te, che ami Gesù, se non hai cura della gloria del suo nome, se non desideri che tutti gli uomini conoscano e amino Gesù così come Lui merita, se tu stesso non provi a contribuire a ciò. Non puoi fare cose straordinarie, fa’ però quello che puoi. Cerca incessantemente di moltiplicare in te l’amore verso Gesù e di muovere ad esso le persone che ti circondano.

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
Mio Santo Protettore, tu sei stato strettamente unito con Gesù e Lo hai amato di un ardentissimo amore. Anche io desidero di tutto cuore amare il mio carissimo Salvatore, e poiché sento quanto il mio cuore è inetto, misero e freddo, ricorro a te e ti chiedo di ottenermi il dono di amare Gesù, e insieme a Lui anche la sua Santissima Madre. Che io ami qui sulla terra perlomeno tanto quanto sia in grado di amarlo, affinché un giorno in cielo lo ami per tutti i secoli insieme a te, San Giuseppe, e a Maria, la tua Purissima Sposa. Amen.

Giaculatoria
A te, Gesù, rendo il mio cuore. Fa’ che io ti ami come ne sei degno.

Proposito
Offri a Gesù per amore verso di Lui tutti i dispiaceri che oggi ti incontreranno.

Nono giorno
San Giuseppe Patrono della buona morte

L’ora della morte è il momento più importante nella vita dell’uomo, perché in essa si decide il suo destino per tutta l’eternità. È un momento inevitabile, perché nessuno può evitare la morte; un momento decisivo, perché le sue infelici conseguenze non si possono più correggere; un momento che esige la massima vigilanza, perché non lo si può mai prevedere. Ciononostante, è il momento maggiormente trascurato. La maggior parte delle persone pensa solitamente a tutt’altro, aspira a tutt’altro, tranne che ad una morte felice. Cosa ne risulta? Ebbene, vivendo per il mondo e per i suoi piaceri non evitano i peccati, crescono nelle cattive abitudini, ma sdegnando le grazie di Dio muoiono della morte degli infelici.

Oggi, nell’ultimo giorno della novena, rifletti su questo ultimo e così importante momento della tua vita, e San Giuseppe ti insegni con il suo esempio come dovresti morire. Felice fu la morte di Giuseppe, perché è morto nel seno di Gesù, è morto nella sua grazia e nel suo amore. Ma per tutta la vita ha amato Gesù, per tutta la vita ha compiuto la volontà di Dio, per tutta la vita ha aspirato all’unione con Lui per i secoli in cielo. Che anche tu possa morire nella grazia di Dio, con l’amore di Gesù nel cuore, ristorato dal suo Santissimo Corpo, nel seno della Santa Chiesa. Dolce è la vita con Gesù, ma ancora più dolce è la morte con Gesù, perché ci unisce nei secoli con il nostro Dio. Tale felice morte ti otterrà San Giuseppe, se lo onorerai in vita e ti affiderai calorosamente alla sua protezione, poiché lui è il Patrono della buona morte. Già tante persone hanno sperimentato la sua efficace protezione nell’ora della morte. Anche tu la sperimenterai immancabilmente, se la invocherai costantemente.
Ma la sola invocazione di San Giuseppe non basta. Devi anche lavorare da solo su te stesso, devi prepararti per tutta la vita alla morte, evitando accuratamente tutto quello che ti può condurre al peccato. E se disgraziatamente compi un peccato, non rimandare la penitenza, ma riconciliati con Dio il più presto possibile e sforzati di ottenere la sua grazia.

Rifletti, dunque, oggi sulla tua morte e domandati: se dovessi morire in questo momento, mi sentirei sicuro, nulla mi spaventerebbe, non desidererei avere ancora un po’ di tempo per migliorare la mia vita? E quindi fa’ ora quello che vorresti fare in tal momento. Ne hai ancora il tempo e l’opportunità. Fa’ l’esame di coscienza di tutta la tua vita, giudicati prima che Dio ti giudichi. Nel sacramento della penitenza cerca di farti perdonare da Dio e di ottenere la sua grazia, e dopo aver recitato questa novena inizia una nuova vita in conformità alla volontà di Dio. Ricorda che la morte è il momento di raccogliere i frutti delle virtù e delle buone azioni che abbiamo commesso in vita, e che ci ottengono presso Dio una ricompensa impagabile. Nessuno può raccogliere frutti, se prima non ha piantato e innestato. Ora, quindi, lavora su di te, estirpa in te le erbacce delle cattive abitudini e coltiva le virtù, e con la grazia di Dio e la protezione di Maria e di San Giuseppe, raccoglierai un giorno le messi desiderate.

Preghiera di affidamento a San Giuseppe
Ti supplico, gloriosissimo San Giuseppe, Patrono della morte felice, attraverso tutti i servigi della tua vita, ottienimi presso Dio questa grazia: che durante il mio pellegrinaggio terreno, tra le occupazioni quotidiane e le fascinazioni del mondo, non abbia mai a dimenticare il momento della mia morte, ma cerchi di evitare il peccato e vivere in modo tale che, nel momento più importante, Dio sia per me benevolo e mi permetta di passare alla vita eterna nella sua santa grazia. Amen.

Giaculatoria
O Gesù, per il Tuo Santissimo Sangue, che hai versato per me, concedimi una morte felice!

Proposito
Ogni mese sceglierò un giorno in cui riflettere sulla mia futura morte e fare l’esame di coscienza.

Reciterò anche la litania a San Giuseppe per chiedergli una morte felice.

Litania a San Giuseppe
Kyrie, eleison. Christe, eleison. Kyrie, eleison.
Cristo, ascoltaci. Cristo, esaudiscici.
Padre celeste, Dio, abbi pietà di noi.
Figlio, Redentore del mondo, Dio,
Spirito Santo, Dio,
Santa Trinità, Unico Dio,
Santa Maria, prega per noi.
San Giuseppe,
Inclita prole di Davide,
Luce dei Patriarchi,
Sposo della Madre di Dio,
Custode purissimo della Vergine,
Tu che nutristi il Figlio di Dio,
Solerte difensore di Cristo,
Capo dell’Alma Famiglia,

O Giuseppe giustissimo,
O Giuseppe castissimo,
O Giuseppe prudentissimo,
O Giuseppe fortissimo,
O Giuseppe obbedientissimo,
O Giuseppe fedelissimo,
Specchio di pazienza,
Amante della povertà,
Esempio agli operai,
Decoro della vita domestica,
Custode dei vergini,
Sostegno delle famiglie,
Conforto dei sofferenti,
Speranza degli infermi,
Patrono dei moribondi,
Terrore dei demoni,
Protettore della Santa Chiesa,
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

  1. Dio lo fece signore nella sua casa.
  2. Affidò a Giuseppe i beni più cari.

Preghiamo:
O Dio, che con ineffabile Provvidenza scegliesti San Giuseppe come Sposo della Madre Santissima di Tuo Figlio, concedi che, mentre lo veneriamo protettore in terra, meritiamo d’averlo intercessore in cielo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.